lunedì 14 ottobre 2013

La legge è uguale per gli altri

Abstract: Questo articolo non vuole parlare di Berlusconi, insomma state calmi.
Introduction:
Da quando il Presidente della repubblica ha parlato di un atto di clemenza per i detenuti, nella rete c'è una ridda di commenti indignati sia pro che contro, vorrei contribuire ad aumentare l'entropia con il mio.
Quando uno stato viola sistematicamente i diritti di suoi cittadini o ospiti, con che diritto può condannarli per un reato? In uno stato nel quale il 40% dei detenuti è in attesa di giudizio, liberare parte dei detenuti si chiama davvero clemenza? O è solo giustizia
Io sono favorevole ad un atto di giustizia, ma non voglio essere ipocrita, penso che le persone che sono in galera per la maggioranza meritano la galera, ma non di sicuro la tortura di vivere in 3 metri quadrati a persona. Ritengo che la "clemenza" ogni 6-7 anni non sia una soluzione, se lo scopo della detenzione è a quanto si dice la rieducazione, che razza di lezione è "tra un paio d'anni tanto si condona". Non penso che neanche la costruzioni di nuove carceri per far fronte all'emergenza sovraffollamento sia una soluzioni per ovvi problemi economici, sta gente va rieducata ma rieducarla in carcere costa caro (pare 3300 euro al mese) e di certi aumentando strutture, servizi di custodia e logistici non farà diminuire il costo pro capite.
Conclusion:
Dove sta quindi questa soluzione? Chiaramente non pretendo di averne una, che soprattutto accontenti tutti, ma la mia idea è quella di limitare al minimo la detenzione preventiva, in maniera da ridurre quel 40% di detenuti che per la legge italiana non sono ancora colpevoli, e qui la mia critica va più al potere giudiziario che a quello legislativo.
Se quindi i detenuti devo pagare per i reati che hanno commesso, perché lo stesso non lo fa lo stato, per quei cittadini che lui stesso non ritiene colpevoli

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