lunedì 25 agosto 2014

#icebucketchallenge ma perché la gente se ne lamenta?

Per chi quest'estate è stato in freezer e non si fosse accorto del fenomeno #icebucketchallenge bhé sappiate che è questa cosa qui:


Detto in due parole ti tiri una secchiata d'acqua gelata in testa, a cui dovrebbe seguire una donazione, all' Associazione italiana SLA (http://www.alsa.org internazionale) e ti riprendi, nominando altri 3 tuoi conoscenti che dovrebbero fare lo stesso. La campagna ha riscosso un successo planetario sia di video che di donazioni, in Italia non tante delle seconde per la verità, rendendo la cosa virale e una valanga di persone o per moda o per buone intenzioni hanno aderito.

Comunque che abbiate donato oppure no, che vi siate gavettonati oppure no, non è questo il merito volevo discutere del fatto, che la gente si lamenta di questa iniziativa. Probabilmente lamentarsi di tutto è ciò che distingue l'uomo dagli animali, quindi è insito nella nostra natura e non possiamo farci proprio niente.

Alcuni sedicenti "artisti" (un giorno parlerò dell'abuso che viene fatto nei confronti di questo termine) pare si lamentino del fatto che molti loro colleghi approfittino del #icebucketchallenge esclusivamente per avere notorietà e ritagliarsi un posto sotto un riflettore.



Che male c'è se il risultato è aiutare la ricerca contro una malattia devastante come la SLA? se per aiutare la ricerca mi tocca vedere 30 secondi di questi "artisti" che lo fanno solo per un facile palcoscenico, ben vengano i loro 30 secondi di visibilità. Viviamo in una società, dove è normale la pubblicità degli assorbenti intimi, venga fatta sistematicamente ad orario di pranzo e cena, e ci fa schifo questo?

Io penso che far del bene, sia una bella cosa indipendentemente dalle motivazioni per cui lo si fa. E se fosse anche solo servito a far capire alla gente che fare ricerca è una cosa seria e riguarda tutti, è un grande passo avanti.


quindi per moda, per apparire, perchè avete caldo, chissenefrega donate che la cosa funziona


Adesso però Kledi stai calmo.


mercoledì 4 giugno 2014

O' Saracino

Ci abbiamo riso tutti e bon, non è la prima volta che i parlamentari a 5 stelle se ne escono con affermazioni più o meno singolari: Le sirene, i microchip sottocutanei, le scie chimiche, ... mi riferisco naturalmente al "caso" del grano saraceno, che è finito in una proposta di legge 



I parlamentari dicono essere un refuso, e vabbè fingiamo di credergli.

Tuttavia mi sembra che lo schernirli per questo sia guardare il dito anzichè la Luna.

Di cosa si lamentano che lo spaghetto non è fatto completamente di grano italiano? come se il problema della contraffazione alimentare, che secondo me è un crimine gravissimo, fosse l'importazione delle materie prime. Scandalo degli ultimi giorni ad esempio è il vino da tavola spacciato per Brunello di Montalcino  



Premesso che attualmente importiamo circa 1/3 del fabbisogno italiano di grano. Noi importiamo della materia prima e creiamo un prodotto di qualità apprezzato in tutto il mondo. E' forse un problema importare materie prime? Mi sembra che il problema non sia tanto il grano saraceno quanto la spinta autarchica della proposta, in effetti c'è già stato un momimento che aveva già fatto del grano un suo simbolo di propaganda



venerdì 7 marzo 2014

Vincristina rucola e squacquerone

(sottotitolo la montagna di merda)
Prendiamo il testo X e ipotizziamo che sia il capolavoro della letteratura mondiale
prendiamo un numero molto grande di scrittori, scelti a caso tra le scimmie fisicamente in grado di battere a macchina e mettiamoli davanti una tastiera. 
Scriveranno un testo migliore del testo X?

Coi dati a disposizione ovviamente non possiamo rispondere, certo è plausibile che con un numero molto grande di scrittori possa venir fuori un capolavoro della letteratura mondiale, se il numero tendesse all'infinito anche battendo a caso sulla tastiera la possibilità esisterebbe.
Tuttavia avremmo una quantità spaventosa di testi da leggere per capire se è stato prodotto un testo migliore di X, e in mezzo a tutto questo c'è solo la possibilità che sia stato prodotto un capolavoro. 
Ci troveremmo quindi a scartabellare miliardi di pagine senza senso prima di trovare qualcosa anche di vagamente sensato. Questo è il motivo per cui le case editrici non commissionano libri alle scimmie. 
Oddio almeno non sempre. 
Lo stesso principio vale anche per la scienza, dove il fatto che vengano proposte teorie, invenzioni, terapie mediche, eccetera, per il solo fatto di esistere non confutano automaticamente quello che già sappiamo e che ha dimostrato di funzionare o spiegare un determinato fenomeno.

Eclatante fu il caso dei neutrini più veloci della luce, dovuto a un banale errore di misurazione: circolò la notizia che la cosa violava uno dei postulati della relatività di Einstein, e la comunità scientifica apprese la notizia con riserva di verificarla (come accade sempre), ma il mondo titolò "Einstein ha sbagliato" (non sto qui a spiegare perché questa cosa sia impossibile perché credo di non riuscire a renderla semplice a parole).

Ma perché chiunque si è sentito competente e si è precipitato a dare del cretino a Einstein? 
Chi si è preoccupato effettivamente di sapere ciò che Einstein ha provato? 
Un ministro della repubblica italiana si è addirittura vantato della ricerca italiana millantando un prodigioso tunnel Ginevra Gran Sasso. Ma sto divagando, scusate.
Attualmente una nota trasmissione televisiva si sta rendendo - a mio modo di vedere - ridicola sostenendo le cure "alternative" a prescindere, l'importante è essere contro la scienza ortodossa. 
Il caso Stamina ha incollato milioni di telespettatori alla tv, eppure si è dimostrato privo di validità scientifica articolo di Nature 

Ora invece si parla di inefficacia di cure per il cancro come chemio e radioterapie, in favore della dieta vegana.
Il punto è: perché la gente ci crede? 
Per un mero problema economico la competenza costa più della incompetenza: per affermare che basta la rucola per curare il cancro non serve alcun titolo, alcuno studio, basta dirlo. Per confutarlo serve un medico, o meglio, uno specialista: un oncologo. 
Un medico specialista invece parla un linguaggio difficile da capire, per chi non ha le basi, e ha bisogno quindi di essere affiancato da un divulgatore per essere capito. 
Per confutare una panzana detta da 1 servono 2 persone, se poi chi afferma che la rucola cura il cancro continua a sostenere la sua linea di pensiero, negando la competenza altrui, servono altri specialisti per confermare la cosa... e così all'infinito. 
Confutare una scemata e rendere la cosa semplice da capire richede un'altissima competenza, affermarla invece no, perché basta portare un caso che sembri provarla.
La logica alla base di questo articolo si basa sul "post hoc ergo propter hoc" (dopo di questo quindi a causa di questo). Per meglio spiegare: l'affermazione 
"mio cugino mangiando rucola tutti i giorni, è guarito dal cancro, la rucola cura il cancro" 
ha la stessa validità di 
"coloro un palla di giallo e la lascio, la palla cade, la vernice gialla fa cadere le palle".

In questo pezzo non si è parlato di statistica, fisica, medicina ma di comunicazione, anche se mi rendo conto che molti non arriveranno a leggere questa frase. 
Vorrei semplicemente dirvi: documentatevi un minimo prima di condividere(anche questo articolo), altrimenti siete scimmie che battono su una tastiera.